giovedì 15 aprile 2010

Quando ci si ritrova a piangere davanti ad uno Stegosauro di plastica...

...può voler dire solo due cose: o ci si è del tutto rincoglioniti, o si è tornati sani di mente per almeno 5 minuti.

Chattando su Skype con la morosa, si è andati sull'argomento "quante volte sei andato allo zoo da piccolo". Ora, io confesso di non esserci andato mai tantissimo; non credo che i miei genitori amassero vedere gli animali in gabbia. Mio padre in particolare (che da VERO CACCIATORE DI UNA VOLTA ama, conosce e rispetta la natura, non come molti dei cazzoni che girano oggi, ed in culo alle doppiette sparaleste che vogliono solo sentire il "BUM" del fucile e agli ambientalisti pace amore e fantasia che rompono il cazzo con teorie idiote ed improbabili), dicevo, mio padre amava vedere gli animali se non liberi almeno che godessero di un po' più spazio e senza sbarre. Per questo, ho detto alla morosa (o forse non l'ho detto, ma lo leggerà qua) che le poche volte che ero andato allo zoo, era allo Zoo Safari. Non sapevo se ce ne fosse stato più di uno, per me lo Zoo Safari era LO Zoo Safari, l'unico di cui fossi a conoscenza. Curioso di sapere dove fosse, sono andato su InterDet a cercare dati.

Trovato!
Vedo dove sta, ecco, mi pareva, dalle parti di Gardaland (ora direi di Lazise, sul Lago di Garda, ma cazzo, quando ci pensavo da bambino era VICINO A GARDALAND e VICINO A GARDALAND rimane, perdio!)! Fico, andiamo a vedere, ci sono le foto... Oh, guarda! Animali estinti del passato! Cosa c'è qua? I dinosauri a grandezza uno ad uno!

KA-BOOOOOOOOOOOOOOOOM!

Questo è il suono (non dissimile per intensità e volume da quello di un ordigno nucleare tattico) della nostalgia e dei ricordi che mi piombano addosso con una violenza pari a quella di una Capsula d'Atterraggio ricolma di Space Marines che sparata dalla bassa orbita mi atterra sulla nuca. Mi ritrovo e mi ripenso a quando ero un bambino e guardavo il Tirannosaurus Rex in plastica con ESTREMAMENTE maggior riguardo, rispetto, ammirazione, devozione e timore reverenziale di quanto l'attuale Papa faccia col Cristo in San Pietro. Ripenso all'emozione del giorno in cui si partiva, ragazzi!, non dormivo la notte. Ripenso a quanto contassi i giorni che mancavano sul calendario, ogni volta col fiato sospeso come si conveniva all'attesa di un siffatto grandioso avvenimento.

In meno di dieci secondi sono in lacrime. Invano tento di spiegare alla morosa che non è che stia male, sono stato colto dall'enormità dell'emozione che non mi aspettavo di provare e non ho fatto in tempo (e forse neanche ho voluto) tirare su gli scudi. Lei dice che preferirebbe sentirmi quando sarei stato meglio e che le dispiaceva di avermi provocato questo smodato accesso di nostalgia. TESTONA CHE NON SEI ALTRO, io ti dovrei ringraziare e coprire di baci! Simili momenti sono da assaporarsi, gustarsi, perchè capitano di rado, come quando assaggi una spezia sconosciuta ed il suo splendido sapore ti esplode nel palato. Forse riuscirò a farle capire che ha trasformata una giornata qualunque in una giornata con un momento emozionante, da ricordare. Comunque, nel frattempo esploro il sito, vedo tutti quanti gli animaloni preistorici, e il mio cervello (macchina meravigliosa e dalla potenza SPAVENTOSA; almeno, CERTI cervelli; non metterei la mano sul fuoco per quello di Gasparri) apre tutte quante le piccole camere del tempo in cui sono custoditi i ricordi relativi a quelle gite, quei giorni, al libro dei dinosauri che avevo preso nel Parco e mi ricordo -cazzo!-, mi ricordo con una freschezza incredibile persino quello che provavo o pensavo guardando l'uno e guardando l'altro. La commozione è forte, le lacrime scendono copiose.

Poi penso a quello che devo fare in questi giorni: pagare il dentista, aprire la partita IVA dopo due mesi e pagare la fattura dell'apertura, portare la macchina in revisione, fare benzina, finire di raccogliere i documenti per le tasse, varie ed eventuali. E penso: "Vaffanculo, stavo meglio quando avevo i dinosauri!". A questo punto non so perchè ma il pianto commosso diventa un singhiozzo disperato, che cerco di tenere il più silenzioso possibile (non senza fatica) perchè nel frattempo è rientrata mia madre. Provo a chiedermi per quale cazzo di motivo io mi stia riducendo ad una fontana, però onestamente decido che non me ne frega niente e tutto sommato piangere a dirotto, scosso dai singhiozzi, perchè hai nostalgia di quando partivi per andare a vedere i dinosauri non è un brutto motivo per stare così. E poi in fondo non è neanche spiacevole. E non è neanche sbagliato. E' una forma di rispetto, di tributo, e anche di scuse a dei vecchi amici che (ora ricordo!) erano così incommensurabilmente smodati e fighi per me e che non ho più minimamente cagato per venti e più anni.

Un mio caro amico mi ha detto una volta di come lui fosse uno scienziato, mentre io un umanista. La differenza stava nel fatto che gli scienziati erano eccellenti nel capire come funzionano le cose e a costruirne di magnifiche, gli umanisti insuperabili nell'arte di investire queste cose di un di più. Significato, spirito, energia, anima, come si vuol chiamarla. Beh, io credo che quelle brutte e sgraziate statuone di plastica debbano aver accumulato una tale carica di Quintessenza nel corso degli anni, tutta quanta proveniente da bambini a bocca aperta che li guardavano stregati, che ora debbano per forza esistere da qualche parte, in un reame dell'Umbra tutto loro, e diano la caccia agli addetti dell'Albo Artigiani, caghino sulle partite IVA, divorino i dentisti, stritolino sotto la loro mole macchine, distributori di benzina, esattori delle tasse, ispettori del lavoro, e si divertano a terrorizzare e a sgranocchiare clienti rompicoglioni e dirigenti di multinazionali incompetenti.

Preferisco i dinosauri.

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